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      Costoro, data la obedienzia, renderono Citerna al papa, la quale, essendo terra de' Vitelli, era venuta in mano di Valentino e poi, doppo la morte di Alessandro, datasi a' fiorentini, ma perché la era di ragione ecclesiastica, el pontefice la rivolle, e la città, per non si adirare seco in una cosa di non molta importanza, e perché e' si concitassi tanto piú contro a' viniziani, facilmente lo acconsentí.
      Intanto e' Baglioni e gli Orsini erano iti alla volta di Valentino per amazzarlo, ma lui non avendo altro rimedio, sendo ancora ammalato si era ritirato in Roma, dove avendo operato co' cardinali Spagnuoli per San Piero in Vincola ed avuto promesse grandi da lui, venne nelle sue mani; dove, tenuto sanza effetto alcuno come prigione molti mesi, si fuggí a Napoli a Consalvi, dove sendo raccolto con buona cera, fu di poi imprigionato e mandato prigione in Spagna; e quivi stato in prigione piú d'uno anno, si fuggí occultamente ed andossene in Navarra da' sua parenti, dove fu preso in battaglia assaltato e morto.
      In questo mezzo erano e' franzesi entrati nel reame, e perché el marchese di Mantova amalato si era ritornato a Mantova, sotto el governo de' capi franzesi erano venuti in sul fiume del Garigliano, dove per la parte di Consalvo si era fatta resistenzia che non potessino passare. Quivi stettono molti dí, ne' quali non facendo profitto alcuno cominciorono, secondo che è la natura loro quando truovono riscontro a disordinarsi, a andarsene in qua ed in là per la quale cosa Consalvi uomo valentissimo, conosciuta la occasione, gli assaltò e dette una rotta grandissima.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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