Erano e' Salviati sdegnati con lui, perché non piacevano loro e' sua governi e perché, sendo stati sua fautori ed operatori assai che e fussi condotto a tanto grado, pareva loro gli pagassi di ingratitudine e massime che pochi mesi innanzi, essendo ser Iacopo di Martino, loro amico intrinseco, cancelliere della mercatantía, l'aveva difatto e con sei fave de' signori casso di quello uficio. E la cagione fu per battere e' Salviati, parendogli che per avere sulla mercatantía uno instrumento come ser Iacopo (che era uomo d'assai ed esercitato in quello luogo, in modo che era di momento grande alle sentenzie che s'avevano a dare) molti cittadini che avevano a fare alla mercatantía fussino forzati a fare concorso a loro; e lui diceva in sua giustificazione che, conoscendo che si volevano fare capi della città, aveva voluto privargli di quella forza per beneficio publico. E cosí si cominciò a dividere la città: da una parte Piero Soderini gonfaloniere, da altra molti uomini di qualità, de quali si facevano piú vivi e' Salviati e di poi Giovan Batista Ridolfi e nondimeno, perché la moltitudine ed el consiglio grande non curava e non attendeva a queste cose, questa divisione faceva gli effetti sua piú tosto fra gli uomini di piú autorità e nelle pratiche e luoghi stretti, che altrove.
In questo tempo si voltorono di nuovo gli animi alle cose di Pisa; e parendo che fussi bene seguitare nel dare guasto e strignerli colla fame, si condusse messer Ercole Bentivogli, Giampaolo Baglioni ed alcuni Colonnesi e Savelli, e fatto commessario Antonio Giacomini, si dette el guasto quasi interamente; di poi considerando che tutto dí erano mandati loro aiuti di vettovaglie per via di mare, si tolse a soldo.
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