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      Questi erano e' discorsi de' cittadini prudenti, e cosí, ragunati in una pratica de' dieci circa quaranta de' principali, quasi tutti d'accordo consultavano. Ma el gonfaloniere che aveva disposto altrimenti, sapendo quello che e' cittadini di autorità consulterebbono, avendo affermata la vittoria di Pisa, aveva subito fatto chiamare gli ottanta, e loro avevano vinto vi si andassi a campo; e cosí fattolo intendere agli uomini della pratica, loro, veduto el suo consultare essere vano, ed essere dileggiati dal gonfaloniere, se ne andorono a casa. L'altro dí poi, fatto chiamare el consiglio, propose se s'aveva andare a campo a Pisa, e si vinse, non vi sendo, in uno numero di piú che mille uomini altro che centosei fave bianche. Fatte adunche la deliberazione, si attese ad eseguire ed ordinare che a dí... di settembre fussino a campo.
      Intanto Consalvo, udito questo apparato, fatto chiamare Ruberto Acciaiuoli, si era molto doluto, dicendo questo essere contro alla fede datagli di non andare a campo a Pisa, e minacciando che vi manderebbe aiuto; a che replicandosi per Ruberto non avere notizia di questa promessa, lui chiamò in testimonio Prospero Colonna, el quale disse, el cardinale Soderino avergliene promesso per parte del gonfaloniere. Rispose Ruberto giustificando la città, che non era obligata per le promesse del gonfaloniere; ma non giovando nulla, Consalvi gli disse che voleva che ritornassi a Firenze e facessi imbasciada che tra otto dí sarebbono in Pisa le genti sue. Ritornato Ruberto, e riferendo al gonfaloniere, lui sorridendo rispose: «Ruberto, fra otto dí aréno noi acconcio e' casi nostri»; tanto era ostinato nella opinione sua.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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