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      Intanto ordinandosi el campo messer Ercole Bentivogli chiese el titolo di capitano, el quale ottenne non per voluntà della città, ma perché non si partissi.
      Venne adunche el campo a Pisa a dí sei di settembre, e nello alloggiare fu morto el cavallo sotto a messer Ercole; ed a' dí otto la signoria fece venire in Firenze la tavola di Santa Maria Impruneta. Ma come la impresa fu presta e temeraria, cosí fu debole e vituperoso el successo, perché non si scoprendo in Pisa intelligenzia alcuna, el capitano e commessario sbigottirono assai, ché aveano in su questo disegno fondata la maggiore parte della speranza loro; e di poi avendo gittate colle artiglierie in terra parecchi braccia di muro, e volendo dare la bataglia, fu ne' nostri fanti tanta viltà e si poco ordine, che bruttamente ributtati non feciono effetto alcuno; e di poi, giugnendo in Pisa alcuni fanti spagnuoli mandati da Consalvi, fu necessario levarsi da campo, perduta ogni speranza, con gran carico del capitano, del commessario e del gonfaloniere. Cosí seguí secondo el parere de' savi, co' quali s'aveva a procedere non colla multitudine la quale non sa e non considera la circumstanzie delle cose e volenterosa si muove a ogni speranza, benché el gonfaloniere non si movessi per consiglio della multitudine, ma sendo disposto in ogni modo fare la impresa, pigliassi quel sesto e per sbigottire chi la sconfortava e per essere scusato in ogni evento, cosa troppo brutta e perniziosa a guidare e consigliare cosí le cose publiche di tanta importanza.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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