Fu questa morte cagione di impedire la passata di Massimiano in Italia, perché mancandogli questo favore e non gli bastando le forze sue, fu constretto a cercare aiuti di altri; fu gratissima al re di Francia, per essersi levato dinanzi uno vicino suo inimico e potentissimo, e vedere indebolita la possanza del re de' romani; fu grata al re Ferrando, perché rimanendo lo stato di Spagna nelle mani della figliuola sua, ebbe speranza avere a essere richiamato al governo; e nondimeno seguitando el suo viaggio, ed essendogli venuto incontro e datosigli nelle mani liberamente Consalvo, fu ricevuto in Napoli con grandissima allegrezza e piacere, e fece ne' primi giorni molti segni di benivolenzia a Consalvo, nondimeno poco poi, con tutti e' modi che potette, gli tolse tacitamente riputazione. A questo re riputato molto savio e buono ed aspettato con sommo desiderio da chi desiderava acconciarsi le cose di Italia, mandò la città oratori messer Francesco Gualterotti ed Iacopo Salviati, avendo grande speranza che e' fussi per annunciare le cose di Pisa; il che, come di sotto in altro luogo si dirà, riuscí vano.
Vinsesi poi la provisione di fare la ordinanza de' battaglioni nel contado e, per dare piú riputazione, che e' si creassi uno magistrato di nove cittadini e' quali tenessino la prima degnità doppo a' dieci, che avessino cura di questa opera; e cosí furono creati.
Avuta che ebbe el papa Bologna, aspettandosi che e' facessi la impresa contro a' viniziani ed avendo lettere dal re di Francia come e' si metteva in ordine con grosso esercito per venire personalmente in Italia ed a Bologna a fargli reverenzia ed aboccarsi colla santità sua, subito ex arrupto, lasciato un legato a Bologna ed ordinate una certa forma di governo, se ne ritornò con la corte a Roma per la via di Romagna, toccando per transito e' terreni de' viniziani.
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