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      La quale seguendo, se noi prima non avessimo appuntato seco, che e' sarebbe ragionevolmente adirato con noi, sendo mancati di quelle debite riverenzie, a che gli eravamo tenuti per debito dello imperio; non si dovere attendere quello fussino per fare e' viniziani, perché secondo quello che era verisimile, sarebbono d'accordo collo imperadore amico loro, contro al re loro inimico, e quando pure non fussino d'accordo nascerebbe, perché lo imperadore, sendo eglino incompatibili col papa, gli rifiuterebbe, il che tanto piú dimostrare la potenzia sue e doverci fare piú caldi a essere seco d'accordo ed aiutare [la] ruina de' viniziani. Essere da considerare che se noi fussimo d'accordo collo imperadore e lui vincessi, recupereremo Pisa e cosí apunteremo seco, se e' perdessi non ci mancherebbe modo a medicare Francia con danari, come ci aveva molte volte mostro la esperienzia, se noi fussimo d'accordo con Francia e lui vincessi, a noi non tornerebbe utilità nessuna, perché con loro non ci era mai giovato el bene fare, se lui perdessi patiremo assai, e cosí seco ci toccherebbe a stare alla perdita e non al guadagno; doversi adunche risolvere in questa parte, né curare le parole del gonfaloniere, el quale, se bene vedessi la ruina della città, non sarebbe per deviare da Francia per la dependenzia che aveva con quello re e lui ed el cardinale suo fratello, che aveva in Francia benefíci ed entrata per piú migliaia di ducati. Queste ragione si allegavano per chi consigliava el mandarsi gli imbasciadori, de' quali molti si movevano però, e perché forse pensavano, in sulla venuta dello imperadore, rimescolandosi le cose della città potersi tòrre lo stato al gonfaloniere.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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