In questo aversi a presupporre ed essere chiaro, che ogni accordo che si faceva seco, vi avere a correre danari e somma grossa di presente; e' quali non si potendo annoverare se non si facessi provisione di nuova gravezza, si poteva giudicare che non si vincerebbe in consiglio, perché el popolo non concorre mai allo sborsare, se non quando e' pericoli e le speranze sono in sull'uscio, e non lo muovono e' movimenti propinqui di Italia, non che e' remoti della Magna. E però essere da conchiudere che quando bene el comporre era collo imperadore fussi utile per la città, nondimeno la difficultà al provedere al danaio sarebbe tale e potrebbe recare seco sí nuovi accidenti, che e' non sarebbe da pensarvi, se una urgente difficultà non ci costrignessi. Ma andando piú là, quando el danaio ci fussi in mano, potersi fare seco accordo in due modi: uno di essere seco in ogni impresa, contro a Francia ancora, l'altro, sanza obligarsi contro a persona, sovvenirlo semplicemente di danari. L'uno e l'altro avere a dispiacere insino al cuore al re di Francia, e tanto el secondo modo quanto el primo perché non mancando allo imperadore gente ma danari, sovvenirlo di quegli, essere come armarlo e metterlo in campo contro a lui, e cosí, in qualunque modo accordo si facessi, offendendosene ed inimicandosene el re, essere partito di grandissima importanza. Perché e' non era certo che lo imperadore avessi a passare, perché da sé non era bastante; e se bene e' principi della Magna ci parevano caldi, nondimeno difficultarsi a risolversi facilmente quelle deliberazione che pendevano dalla voluntà di molti; e massime che e' non era credibile che le communità, in chi aveva a consistere el nervo della impresa per la abilità che hanno al danaio e la povertà de' principi volessino spendere grossamente per conto dello imperadore e degli altri signori, della grandezza de' quali non guadagnavano nulla, anzi ne perdevano, perché quanto piú erano potenti, tanto piú gli avevano a temere.
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