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      E però quando fece la dieta a Gostanza, sendo riscaldati gli animi de' tedeschi a questa impresa, e proponendo volere fare uno grosso esercito e disegnare capitani in nome dello imperio e fare la guerra per lo imperio (la quale deliberazione se si faceva, era facile cosa che passassino in Italia potentissimi), lo imperadore che desiderava fare la impresa per sé, acciò che el guadagno fussi tutto suo, ed avendosi presupposto per certo che el papa, viniziani e svizzeri lo dovessino seguitare, e però parendogli non avere bisogno di molto aiuto alla dieta, si oppose vivamente ed impedí questa deliberazione, dicendo: «ego possum ferre labores, volo etiam honores», e dimostrando che uno mediocre sussidio gli bastava, e però sendo concluso secondo la sua richiesta ed in forma che sanza gli aiuti di Italia non poteva fare nulla, gli riuscí ogni pensiero vano. E meritamente, perché doveva non promettersi nulla di persona per ragione e segni generali, se prima non capitolava ed obligavagli espressamente; accordoronsi e' viniziani col re contro a lui, el papa non resse a dargli danari; e' svizzeri non avendo danari da lui né da altri per conto suo, si stettono in modo che lui disperato, e parendogli essere vituperato se non faceva qualche cosa, ruppe temerariamente guerra a' viniziani e, per non avere vergogna, provocando con somma sciocchezza l'arme di chi gli era superiore assai, si tirò adosso uno vituperio molto maggiore ed uno danno grandissimo. Nel quale quando fu incorso, convocò e' príncipi a Ulmo, dove dimostrò che e' danni e vergogne sue, erano danni e vergogne commune di tutta la Magna, ma veduto che erano verba ad corinthios fu necessitato, per non fare peggio, acconsentire, alla fine dell'anno o nel principio dell'altro, a una triegua brutta e vituperosa.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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