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      E se si rispondessi che noi non daremo, perché quando noi avessimo dato, non eravamo bene sicuri che ci avessino a osservare la fede, replicare che erano contenti che la cessione non si facessi assoluta e pura, ma condizionata, in caso che fra uno termine onesto Pisa si riavessi, aggiugnendo che faccendosi tale cessione, servirebbono qualche anno di certo numero di gente d'arme pagate a loro spese.
      Queste erano insomma le dimande de' lucchesi, le quale sendosi cominciate a discorrere tra e' cittadini deputati, furono le opinione varie. Al gonfaloniere, messer Giovan Vettorio e Piero Guicciardini pareva fussi da acconsentirle, allegavanne che se si faceva questo accordo, o e' lucchesi osserverebbono la fede, o no; osservandola, che el separare e' lucchesi da' pisani era sanza dubio di tanta utilità che gli era buona spesa cedere Pietrasanta, se non la osserverebbono e non si recuperassi Pisa, non si intendeva fatto nulla, e che questa speranza di ottenere le cessione gli farebbe piú pronti a osservarci la fede, acciò che, recuperandosi Pisa, conseguissino lo intento loro; essere ancora da considerare e fare qualche capitale di quella somma di danari che ci servivano; ed in effetto questo partito mostrare tanto utile, che doveva preponderare a qualche infamia che seguiva dal cedere, e massime perché avavamo poche ragione in Pietrasanta, ed e' lucchesi, doppo qualche dibattito, erano calati quanto a Mutrone.
      Furono Lorenzo Morelli, Giovan Batista ed Alamanno di contrario parere, perché questa cessione pareva loro di tanto vituperio, che in nessuno modo la volevano acconsentire, e di poi consultandosene nella pratica de' dieci, si accordorono quasi tutti a questa sentenzia, e che si pigliassi qualche altro modo di assicurargli, offendendo meno che fussi possibile lo onore nostro.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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