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      E cosí si conchiuse una lega co' lucchesi per tre anni, da prorogarsi per dodici, colle condizione predette, aggiugnendo alcuni capitoli circa al levare e' commerzi ed alleggerire certe gabelle; e si conchiuse mandare a Lucca uno imbasciadore, e per intratenergli e per velettare gli andamenti loro; ma chiamati gli ottanta per crearlo, lo cercorono tanto disonestamente qualcuno, massime Piero Ardinghelli e Lorenzo Martelli, che avendo ferme molte fave, con tutto si squittinassi la sera quattro volte e vi andassino a partito tutti e' primi uomini della città, non si vinse mai; richiamoronsi l'altra sera, e la seconda volta rimase fatto Piero Guicciardini, el quale avendo rifiutato fu in suo luogo eletto Giovan Batista Bartolini. A Lucca si ratificò lo accordo, e nondimeno sendo imputati gli imbasciadori di avere passato la commessione, massime in non avere rinnovata una lega vecchia, furono ammuniti e confinati in Lucca per certo tempo; e mandati imbasciadori a Firenze, cercorono di ottenerlo, ma non fu acconsentito loro.
      Era tanto dispiaciuta la disonestà del bucherare ed el disordine nato da questa ambizione, che si fece una legge, che ogni volta che gli ottanta si ragunavano a eleggere imbasciadori o commessari o altri ufici, avessino a giurare di non dare fava nera né nominare alcuno da chi o per conto di chi fussino stati richiesti e pregati, cosa di gran carico di chi aveva bucherato, massime di Piero Ardinghelli, el quale giovane di tale riputazione e qualità che questi onori gli sarebbono corsi drieto, aveva, giucandosi quasi tutte le sustanzie sue, toltisigli da se medesimo.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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