E però fattane conclusione col vescovo e con lo arcivescovo e provisto alla ricompensa della entrata, non mancava se non avere lettere dalla signoria in suo favore, acciò che el papa subito vi conscendessi. E cosí scrittone a Firenze a' sue parenti, el gonfaloniere mostrandosene molto allegro e contento, fatto chiamare e' collegi, propose la lettera, la quale essendosi vinta alle due o le tre volte e scrittasi a Roma pochi dí doppo la arrivata, messer Cosimo de' Pazzi fu pronunziato in concestorio arcivescovo di Firenze, di che si rallegrò assai lo universale della città, perché era riputato prelato dotto savio e costumato.
Fu bene opinione che el gonfaloniere n'avessi dispiacere per due conti: l'uno, per vederne privato el fratello, l'altro, perché pareva da credere che l'arcivescovo non fussi uomo da lasciarsi maneggiare da lui, ed inoltre che gli avessi, e naturalmente e per essere diventato amico de' Medici, a essere piú tosto inimico che no; e però pareva da credere che e' si pentissi d'averlo tolto al Cappone, el quale, se bene gli era inimico, era di natura e cervello sí bestiale, e fattone sí poco conto, che el gonfaloniere non aveva da stimarlo. E si notò che el gonfaloniere non fece fare la lettera in commendazione di messer Cosimo dalla signoria sola, ma volse el partito de' collegi; di che benché si potessi giustificare averlo fatto perché el papa vedessi el consenso piú universale della città, e cosí la lettera fussi piú efficace, pure dette ombra che e' non fussi proceduto acciò che non si vincendo la lettera, non si scrivessi, la quale e' non poteva per altro modo contradire, rispetto alla buona fama di messer Cosimo; nondimeno chi non si lasciò ingannare dalla passione, se bene e' facessi concetto che al gonfaloniere dispiacessi, confessò non se ne essere veduto in lui segno alcuno, con tutto che e' fussi certo che el cardinale Soderino cercassi a Roma, con ogni modo diretto ed indiretto, impedirlo.
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