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      Tutti costoro capitando in diversi tempi a Roma, e stati raccolti lietamente dal cardinale e Giuliano, ed intrinsicatisi con loro, avevano data la via a molti altri che, veduto che nella città non se ne teneva conto, usavano liberamente le casa loro, non come di rubelli, ma come dello oratore fiorentino residente a Roma. Aggiugnevasi che era ferma opinione che Giovanni, figliuolo di Bernardo Rucellai, vi fussi qualche volta ito scogniosciuto in poste, di che si traeva coniettura che Bernardo suo padre, avendo piú nel cuore lo odio che aveva col gonfaloniere che lo odio ed inimicizie antiche co' Medici, si fussi riconciliato con loro; e cosí Filippo Buondelmonti, inimicissimo del gonfaloniere, el quale per l'adrieto era stato capitale inimico e di Lorenzo e di Piero. E faceva giudicio qualche savio, che le pratiche di Bernardo fussino ite piú là che una semplice riconciliazione, massime ne' tempi che viveva monsignore Ascanio, e di poi in sulla venuta di Bartolomeo d'Alviano, di che nacque forse la cagione della partita sua.
      Stando in questi termini le cose de' Medici, e parendo al cardinale che e' modi tenuti da lui gli avessino fatto profitto, e però disegnando di continuare ad acquistarsi quanta piú amicizia e benivolenzia poteva nella città, publicò di volere maritare in Firenze una figliuola di Piero de' Medici e dargli una grossa dota di cinque o seimila ducati, ed avendo tentato lo animo del gonfaloniere e trovato che, benché e' dessi buone parole, pure quando si veniva allo strignere, che la intenzione sua era che la non si maritassi a Firenze, cominciò a tenere diverse pratiche.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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