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      La quale cosa per essere el paese largo e paludoso, e dalla banda di Lucca montuoso, non si poteva proibire dalle gente nostre divise in due luoghi distanti; né mancava in sul nostro chi gli sovvenissi, perché qualcuno di quegli usciti pel passato di Pisa, o per amore della patria o per qualche suo parente o amico gli soccorreva, molti, perché le comperavano molto care, per guadagnare furtivamente ne vendevano, fra' quali si disse allora publicamente essere stati e' figliuoli di Francesco degli Albizzi, massime Bernardo, con chi si diceva fare compagnia a questa incetta Tommaso di Pagolantonio Soderini. E certo si vedde molte ragione, ed uno grande comperare di grano che aveva fatto Bernardo quello verno, che fu da credere o che egli smaltissi in Pisa quello grano, o che lo vendessi in quello di Lucca a uomini, donde poi e' pisani lo traevano; credettesi ancora lo esservi Tommaso in compagnia, perché era certo che in altre incette di bestiame atteneva seco, e di poi el romore in Firenze fu sí grande non solo nel vulgo, ma ne' cittadini principali e ne' collegi, e la cosa era di natura importantissima alla città, che e' pareva ragionevole che el gonfaloniere, che sempre attese a sopire, se ne fussi risentito vivamente, se lo interesse di Tommaso non l'avessi ritenuto. Èbbene ancora carico Piero di Giannozzo Strozzi, el quale teneva in quello di Pisa certi fitti, ma lui si scusò, avere venduto grano in Lucca ed averne avuto licenzia da Niccolò Capponi commessario, il che fu con non piccolo carico di Niccolò, e non andando questa boce piú là che le parole, si addormentò presto.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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