Anzi, poiché v'è sempre più miseria in basso che fratellanza in alto, tutto era dato, per così dire, prima d'esser ricevuto. Era come versar acqua sulla terra secca; aveva un bel ricevere denaro, non ne aveva mai. Ed allora spogliava se stesso.
Poiché l'uso vuole che i vescovi indichino il loro nome di battesimo in testa alle loro lettere ad alle istruzioni pastorali, i poveri del paese avevano scelto, con una specie d'affettuoso istinto, fra i nomi ed i prenomi del vescovo, quello che presentava per essi un significato e lo chiamavano soltanto monsignor Bienvenu. Noi faremo come loro e lo chiameremo così, all'occorrenza. Del resto quell'appellativo gli andava a genio: «Mi piace questo nome,» diceva. «Bienvenu corregge monsignore.»
Non abbiamo la pretesa che questo nostro ritratto sia verosimile; ci limitiamo a dire che è somigliante.
III • A BUON VESCOVO, ASPRO VESCOVADO
Se monsignor vescovo aveva convertito la sua carrozza in elemosine, non per questo aveva trascurato le sue visite parrocchiali. Quella di Digne è una diocesi faticosa; ha pochissime pianure e molte montagne, e manca, come si è visto testé, quasi affatto di strade; vi sono trentadue parrocchie, quarantun vicariati e duecento ottantacinque succursali. una faccenda seria visitare tutto; ma il vescovo ne veniva a capo e andava a piedi, nelle vicinanze immediate, in carretta nella pianura e a dorso di mulo in montagna. Le due vecchie l'accompagnavano; ma, quando il tragitto era per esse troppo faticoso, andava solo.
Un giorno giunse a Senez, che è l'unica città vescovile, a cavallo d'un asino, poiché la sua borsa, affatto all'asciutto in quel momento, non gli aveva permesso un altro equipaggio.
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Bienvenu Digne Senez
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