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      Ma che vergogna, essere ignoranti! Fate come quelli di Queyras
      Così parlava, gravemente e paternamente, inventando parabole in mancanza d'esempi e andando diritto allo scopo, con poche frasi e molte immagini, con la eloquenza di Gesù Cristo, convinto e persuasivo.
      IV • LE OPERE SIMILI ALLE PAROLELa sua conversazione era affabile ed allegra. Egli si metteva alla portata delle due vecchiette che passavano la loro vita accanto a lui; quando rideva, la sua risata era quella d'uno scolaretto.
      La signora Magloire lo chiamava volentieri Vostra Grandezza. Un giorno, egli s'alzò dalla poltrona e si recò a cercare un libro nella biblioteca; ma il libro era sopra uno dei palchetti più alti e, siccome il vescovo era di statura piuttosto piccola, non poté arrivarci. «Signora Magloire,» disse «portatemi una seggiola; la Mia Grandezza non arriva a quello scaffale.»
      Una sua lontana parente, la contessa di Lô, si lasciava di rado sfuggir l'occasione d'enumerare in sua presenza quelle che ella chiamava «le speranze» dei suoi tre figli. Aveva parecchi ascendenti vecchissimi e prossimi a morte, dei quali i suoi figli erano gli eredi naturali; il più giovane dei tre doveva venire in possesso, da parte d'una prozia, di ben centomila lire di rendita, il secondo doveva subentrare nel titolo di duca dello zio ed il maggiore doveva succedere nella parìa del suo avo. Il vescovo, di solito, ascoltava in silenzio quelle innocenti e perdonabili vanterie materne; tuttavia, una volta, egli sembrava più meditabondo del solito, mentre la signora di Lô rinnovava l'elenco di tutte quelle «speranze». Ella s'interruppe, con una certa impazienza: «Mio Dio!


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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