Pregate, credete, entrate nella vita! Là è il Padre!» Quando ridiscese dal palco, aveva nello sguardo qualcosa che fece tirare da parte il popolo; non si sapeva che cosa fosse più ammirevole, se il suo pallore o la sua serenità. E, rientrando nell'umile abitazione, ch'egli chiamava sorridendo il suo palazzo, disse alla sorella: «Torno dall'aver ufficiato pontificalmente.»
Siccome le cose più sublimi sono, spesso, anche le meno comprese, vi furono, in città, di quelli che dissero, commentando la condotta del vescovo: «È affettazione.» Ma non furono che chiacchiere da salotto; il popolo, che non trova malizia nelle azioni sante, fu commosso ed ammirò.
Quanto al vescovo, la vista della ghigliottina lo aveva colpito e ci mise molto tempo a rimettersene.
In realtà il patibolo, quando è lì, drizzato, ha alcunché d'allucinante. Si può avere una certa indifferenza a proposito della pena di morte, non pronunciarsi, dire di sì e no, fino a quando non si è visto coi propri occhi una ghigliottina; ma se avviene d'incontrarne una, la scossa è violenta e bisogna decidersi a prendere partito pro o contro di essa. Taluni, come il De Maistre, ammirano; altri, come il Beccaria, esecrano. La ghigliottina concreta la legge: si chiama vendetta, ma non è neutra e non vi permette di restar neutro. Chi la scorge freme del più misterioso dei fremiti. Tutte le questioni sociali drizzano intorno alla mannaia il loro punto interrogativo. Il patibolo è una visione; ma non è una costruzione, ma non è una macchina, ma non è un inerte meccanismo fatto di legno, di ferro e di corde.
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Padre De Maistre Beccaria
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