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      Vicino alla porta a vetri, un'ampia tavola con un calamaio, carica di carte in disordine e di grossi volumi; davanti alla tavola, la poltrona impagliata; davanti al letto, un inginocchiatoio preso dall'oratorio.
      Dalle due parti del letto erano appesi al muro, entro cornici ovali, due ritratti. Le piccole iscrizioni dorate sul fondo grigio della tela, a fianco delle facce, avvertivano che i ritratti rappresentavano, uno, l'abate di Chaliot, vescovo di Saint-Claude, l'altro, l'abate Tourteau, vicario generale d'Agde, abate di Grand-Champ, dell'ordine di Citeaux, della diocesi di Chartres. Il vescovo, succeduto in quella camera ai malati dell'ospedale, vi aveva trovato quei ritratti e ve li aveva lasciati. Erano preti e probabilmente donatori, due motivi per rispettarli, da parte sua. Tutto quel che sapeva di quei due personaggi era che essi eran stati nominati dal re, uno al suo vescovado e l'altro alla sua abbazia, nello stesso giorno, il 27 aprile 1785; particolare che il vescovo aveva trovato scritto con inchiostro sbiadito su un quadrettino di carta ingiallita dal tempo, incollato con quattro ostie dietro il ritratto dell'abate di Grand-Champ, quando la signora Magloire aveva staccato i quadri per toglierne la polvere.
      Alla finestra v'era un'antica tenda d'una grossa stoffa di lana, la quale aveva finito per diventare tanto logora, che la signora Magloire, per evitare la spesa d'una tenda nuova, era stata costretta a praticarvi una gran cucitura, proprio nel mezzo. Quella cucitura formava il disegno d'una croce e il vescovo lo faceva notare di frequente: «Come sta bene!


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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