» diceva.
Tutte le stanze della casa, senza eccezione, tanto al pianterreno quanto al primo piano, erano imbiancate a calce, al modo delle caserme e degli ospedali. Pure (come si vedrà più oltre) negli ultimi anni la signora Magloire ritrovò, sotto alla tappezzeria imbiancata, delle pitture che ornavano l'appartamento della signorina Baptistine. Prima d'essere ospedale, quella casa era stata parlatorio per i borghesi; ciò che spiega quella decorazione. Le camere erano pavimentate con mattoni rossi che venivan lavati ogni settimana ed avevano stuoie di paglia intrecciata davanti a ciascun letto. Del resto quell'abitazione, governata da due donne, era squisitamente pulita da cima a fondo; e questo era il solo lusso che il vescovo permettesse. Diceva: «Questo non porta via nulla ai poveri.»
Bisogna tuttavia far presente che gli rimanevano ancora, di quanto aveva posseduto un tempo, sei posate d'argento e un cucchiaione per minestra, che la signora Magloire era felice di veder ogni giorno rifulgere splendidamente sulla ruvida tovaglia di tela bianca. E poiché noi dipingiamo qui il vescovo di Digne qual era, dobbiamo aggiungere che più d'una volta gli era capitato di dire: «Difficilmente rinuncerei a mangiare con le posate d'argento.»
A quest'argenteria si debbono aggiungere due grossi candelieri d'argento massiccio, eredità di una prozìa; quei candelieri portavan due candele di cera e facevano mostra di sé, di solito, sul camino del vescovo. Quando v'era gente a pranzo, la signora Magloire accendeva le candele e metteva i due candelieri sulla tavola.
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