È un branco di lupi!»
«Signor sindaco, può darsi per l'appunto che Gesù mi faccia pastore di quel branco. Chi sa le vie della Provvidenza?»
«Vi porteranno via tutto, monsignore.»
«Non ho nulla!»
«V'uccideranno.»
«Eh, via! Un povero vecchio prete, che va per la strada borbottando le sue sciocchezzuole? E a che scopo?»
«Oh, mio Dio! Se vi capita d'incontrarli!»
«Chiederò loro l'elemosina per i miei poveri.»
«Non andateci, monsignore, in nome del cielo! Rischiate la vita!»
«Signor sindaco,» disse il vescovo, «non si tratta proprio d'altro? Io non sono a questo mondo per custodire la mia vita, ma per custodire le anime.»
Bisognò lasciarlo fare. Partì, accompagnato soltanto da un fanciullo che s'offerse di fargli da guida; ma la sua ostinazione fece chiasso in paese e sgomentò moltissimo.
Non volle condur seco né la sorella né la signora Magloire. Traversò la montagna a dorso di mulo, non incontrò nessuno e giunse sano e salvo dai suoi «buoni amici» pastori, presso i quali rimase quindici giorni, predicando, amministrando i sacramenti, insegnando e moralizzando. Allorché fu prossimo alla partenza, risolvette di cantare un Te Deum pontificale e ne parlò al curato. Ma come fare? Non c'erano paramenti episcopali e si poteva mettere a disposizione solo una misera sagrestia da villaggio, con alcune vecchie pianete di damasco logoro, adorne di passamani falsi.
«Bene!» disse il vescovo. «Signor curato, annunciamo lo stesso il nostro Te Deum dal pulpito; ci aggiusteremo.»
Si cercò nelle chiese dei dintorni; ma tutte le magnificenze di quelle umili parrocchie riunite non sarebbero state sufficienti a vestire ammodo un cantore di cattedrale.
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