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«Proprio come voi, signor conte,» interruppe il vescovo.
Il senatore proseguì:
«Odio Diderot: è un ideologo, un declamatore e un rivoluzionario, in fondo in fondo credente in Dio e più bigotto di Voltaire. Voltaire s'è fatto beffe di Needham ed ha avuto torto, perché le anguille di Needham dimostrano che Dio è inutile; una goccia d'aceto in un cucchiaio di pasta di farina tien luogo del fiat lux. Supponete che la goccia sia più grossa e il cucchiaio più ampio ed avrete il mondo: l'uomo è l'anguilla. A che serve, allora, il Padre Eterno? Signor vescovo, l'ipotesi Jehovah mi stanca; è buona soltanto a produrre persone magre, dai pensieri profondi. Abbasso il gran Tutto che m'infastidisce! Viva lo Zero che mi lascia tranquillo! Per dirla tra noi, così per vuotare il sacco, quanto per confessarmi debitamente al mio pastore, vi confesso d'aver del buon senso; non vado pazzo per il vostro Gesù, che predica ad ogni pie' sospinto la rinuncia e il sacrificio. È il consiglio d'un avaro ai pezzenti: e perché, la rinuncia? A che scopo, il sacrificio? Non ho mai visto che un lupo si sia immolato per un altro lupo; quindi restiamo nella natura. Siamo in alto: cerchiamo dunque d'aver la filosofia superiore; altrimenti, a che serve essere in alto, se non si vede più in là della punta del naso degli altri? Viviamo allegramente, poiché la vita è tutto. Che l'uomo abbia un altro avvenire lassù o laggiù o in qualche altro sito, non ci credo un'acca. Ah! Mi si raccomanda il sacrificio e la rinuncia, debbo stare attento a tutto quel che faccio e rompermi la testa sul bene e sul male, sul giusto e sull'ingiusto, sul fas e sul nefas!
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