Non tutti possono averlo. Oh, quando lo si ha, non si è più corbellati; non ci si lascia così stupidamente esiliare, come Catone, né lapidare come Stefano, né bruciar vivi come Giovanna d'Arco! Coloro che son riusciti a procurarsi questo mirabile materialismo hanno la gioia di sentirsi irresponsabili e di pensare che posson tutto divorare senza inquietudine, cariche, sinecure, dignità, potere bene o mal acquisito, palinodie lucrose, utili tradimenti e saporite capitolazioni della coscienza perché, a digestione finita, entreranno nella tomba. Che cosa piacevole! Non dico questo per voi, signor senatore; però, mi è impossibile non congratularmi con voi. Grandi signori come siete, voi avete, stando a quel che dite, una filosofia per voi e vostra, squisita, raffinata, accessibile ai soli ricchi e buona per tutte le salse, che condisce mirabilmente tutte le voluttà della vita. Codesta filosofia è presa nel profondo ed è dissotterrata da speciali cercatori; ma voi siete alla buona e non trovate cattivo che la credenza nel buon Dio sia la filosofia del popolo, press'a poco allo stesso modo che l'oca colle castagne è il tacchino coi tartufi del povero.»
IX • IL FRATELLO RACCONTATO DALLA SORELLAPer dare un'idea dell'andamento della casa di monsignor vescovo di Digne e del modo col quale quelle due sante donne subordinavano i loro atti, i loro pensieri e persino i loro istinti di donne facili allo sgomento, alle abitudini e alle intenzioni del vescovo, senza ch'egli avesse neppur la fatica di parlare per esprimerli, non possiamo far di meglio che trascriver qui una lettera della signorina Baptistine alla signora viscontessa di Boischevron, sua amica d'infanzia, lettera che è in nostro possesso.
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