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      Del resto, erano bruttissime ed io preferirei una tavola rotonda di mogano.
      «Sono sempre felicissima. Mio fratello è tanto buono: dà tutto quello che ha agli indigenti ed ai malati. Siamo un poco in imbarazzo. Questa regione è brutta d'inverno e bisogna bene far qualcosa per quelli che mancano di tutto; noi, all'incirca, abbiamo di che riscaldarci ed illuminarci. Vedete bene che queste sono grandi fortune.
      «Mio fratello ha le sue abitudini. Quando discorre, dice che un vescovo dev'essere così. Immaginatevi che la porta di casa non è mai chiusa; chi vuole entra e in un momento è nella stanza di mio fratello; ma egli non teme nulla. È il suo coraggio, lui dice.
      «Non vuole che io, né la signora Magloire temiamo per lui, si espone a tutti i rischi e non vuole neppure che abbiamo l'aria di accorgercene. Bisogna saperlo capire.
      «Esce quando piove, cammina nell'acqua e viaggia in pieno inverno, senza aver paura dell'oscurità, delle strade sospette e dei brutti incontri.
      «L'anno scorso, si recò solo e soletto in un paese di ladri. Non volle condurci con sé e stette via quindici giorni, al suo ritorno, non gli era capitato nulla, lo credevamo morto, invece stava bene e mi disse: 'Ecco in che modo m'hanno derubato!' Ed aperse una valigia piena di tutti i gioielli della cattedrale d'Embrun, che i ladri gli avevano regalato.
      «Quella volta, al suo ritorno, siccome ero andata ad incontrarlo a circa due leghe con alcuni suoi amici, non potei trattenermi dallo sgridarlo un poco, pur avendo cura di parlare solo quando la carrozza faceva fracasso, perché nessun altro potesse sentire.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Magloire Embrun