Sarà buio. Che importa, dopo tutto? Finire è una cosa semplicissima e non v'è bisogno del mattino, per questo. E sia: morirò all'aria aperta.»
Il vecchio si volse verso il pastore.
«Va' a dormire, tu. Hai vegliato la notte scorsa e sei stanco.»
Il fanciullo rientrò nella capanna. Il vecchio lo seguì con lo sguardo e aggiunse, come se parlasse a se stesso:
«Morirò mentr'egli dormirà. I due sonni possono farsi buona compagnia.»
Il vescovo non era commosso quanto si potrebbe credere. Non gli sembrava di sentir Dio in quel modo di morire e, per dir tutto (poiché le piccole contraddizioni dei cuori grandi vogliono esser fatte notare come il resto), egli, che all'occasione rideva così volentieri di Sua Grandezza, era un pochino seccato di non esser chiamato monsignore, ed era tentato di ribattere: cittadino. Lo prese una velleità di familiarità burbera piuttosto consueta nei medici e nei preti, ma che a lui non lo era. Dopo tutto, quell'uomo, quel convenzionale, quel rappresentante del popolo era stato un potente della terra e, forse per la prima volta in vita sua, il vescovo si sentiva in vena di severità.
Intanto il convenzionale l'osservava con una modesta cordialità nella quale si sarebbe forse potuto sceverare l'umiltà che s'addice quando si è così vicini alla propria fine mortale. Da parte sua, il vescovo, sebbene di solito si guardasse bene dalla curiosità che, secondo lui, era contigua all'offesa, non poteva far a meno di osservare il convenzionale con un'attenzione che, non avendo la sua sorgente nella simpatia, gli sarebbe probabilmente stata rimproverata dalla sua coscienza, se fosse stato di fronte ad un altro uomo.
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Dio Sua Grandezza
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