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      «Che ne pensate di Marat, che batte le mani alla ghigliottina?»
      «E che ne pensate voi di Bossuet, che canta il Te Deum per gli sciabolatori di protestanti?»
      La risposta era dura, ma andava a segno colla rigidità d'una punta d'acciaio. Il vescovo trasalì, nessuna risposta gli venne alle labbra, ma quel modo di nominare Bossuet lo toccò sul vivo. Anche le menti migliori hanno i loro feticci e si sentono talvolta vagamente colpite dalle mancanze di rispetto della logica.
      Il convenzionale incominciava ad ansimare. L'asma dell'agonia che accompagna gli ultimi respiri, gli mozzava la voce; pure aveva negli occhi il riflesso d'una perfetta lucidità. Egli continuò:
      «Diciamo ancora qualche parola qua e là; io ci sto. A prescindere dalla rivoluzione, che, presa nel suo insieme, è una immensa affermazione umana, il 93, ahimè! è una risposta. Voi lo trovate inesorabile; ma tutta la monarchia signore? Carrier è un bandito; ma che nome date a Montrevel? Fouquier-Tinville è un pezzente; ma qual è la vostra opinione su Lamoignon-Bâville? Maillard è spaventoso; ma Saulx-Tavannes, di grazia? Il padre Duchêne è feroce; ma quale epiteto mi concedete per il padre Letellier? Jourdan Tagliateste è un mostro, minore però del signor Marchese di Louvois. O signore, signore! Io compiango Maria Antonietta arciduchessa e regina; ma compiango pure quella povera donna ugonotta che, nel 1685, sotto Luigi il Grande, signore, con un bimbo lattante, fu legata ad un palo, nuda fino alla cintola, col bimbo ad una certa distanza; il seno si gonfiava di latte ed il cuore d'angoscia: il piccino, affamato e pallido vedeva quel seno, agonizzava e strillava; ed il boia diceva a quella donna, madre e nutrice: 'Abiura!


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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