L'indomani, alcuni buoni curiosi tentarono di parlargli del convenzionale G.: ma egli si limitò ad indicare il cielo. Da allora, crebbe la sua tenerezza e la sua fratellanza verso i miseri ed i sofferenti.
Qualsiasi allusione a quel «vecchio scellerato di G.» lo faceva cadere in una strana preoccupazione; e nessuno potrebbe affermare che il passaggio di quello spirito davanti al suo ed il riflesso di quella grande coscienza sulla sua non entrassero per nulla sulla sua via verso la perfezione.
Naturalmente, quella «visita pastorale» diede occasione di pettegolezzo alle piccole conventicole locali: «Era il posto d'un vescovo, il capezzale d'un simile moribondo? Non v'era evidentemente d'aspettarsi una conversione: e allora, a che scopo andarci? Che cosa è andato a vedere, laggiù? Bisogna dire che fosse ben curioso di veder portar via un'anima dal diavolo.»
Un giorno, una ricca vedova, di quella goffa varietà che si crede spiritosa, gli rivolse questa arguzia: «Monsignore, molti chiedono quando Vostra Grandezza avrà il berretto rosso.» «Oh, oh, che coloraccio!» rispose il vescovo. «Per fortuna, coloro che lo disprezzano in un berretto lo venerano in un cappello.»
XI • UNA RESTRIZIONESi rischierebbe assai d'ingannarsi, se si concludesse da ciò che monsignor Bienvenu fosse «un vescovo filosofo» o «un curato patriota.» Il suo incontro, si potrebbe dire la sua congiunzione, quasi, col convenzionale G. gli aveva lasciato una specie di stupore, che lo rendeva ancor più dolce: ecco tutto.
Sebbene monsignor Bienvenu sia stato sempre tutt'altro che un uomo politico, non è forse inopportuno far qui cenno, brevemente, di quello che fu il suo atteggiamento negli avvenimenti d'allora, sempre supponendo che monsignor Bienvenu abbia mai pensato ad avere un atteggiamento.
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Vostra Grandezza Bienvenu Bienvenu Bienvenu
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