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      Questa è la religione diretta, piena d'ansietà e di responsabilità per chi ne tenta le ripide pareti.
      La meditazione umana non ha limiti; a suo rischio e pericolo, essa analizza e approfondisce il suo abbaglio e si potrebbe quasi dire che, per una specie di splendida reazione, ne abbagli la natura. Il misterioso mondo che ne circonda restituisce quel che riceve ed è probabile che i contemplatori siano contemplati. Comunque, vi sono sulla terra uomini, se pur sono tali, che scorgono distintamente in fondo all'orizzonte del sogno le altezze dell'assoluto e hanno la terribile visione della montagna infinita. Ma monsignor Bienvenu non era fra questi, monsignor Bienvenu non era un genio; egli avrebbe temuto quelle sublimità da cui alcuni, anche grandissimi, come Swedenborg e Pascal, sono sdrucciolati nella pazzia. Certo, quelle possenti fantasticherie hanno la loro utilità morale e per quelle strade ardue ci si avvicina alla perfezione ideale; per conto suo, egli prendeva la scorciatoia, il vangelo, e non cercava di dare alla sua pianeta le pieghe del mantello d'Elia, né proiettava alcun raggio avvenirista sul tenebroso ondeggiare degli eventi. Non cercava di condensare in fiamma la luce delle cose, non aveva nulla del profeta, nulla del mago. Quell'anima umile amava, ed era tutto.
      È probabile ch'egli dilatasse la preghiera fino ad una sovrumana aspirazione; ma non si può pregar troppo, più di quanto non si possa amar troppo e, se fosse un'eresia il pregare oltre i testi, santa Teresa e san Gerolamo sarebbero eretici.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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