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      «... Quell'uomo non faceva attenzione a nessuno e mangiava con una voracità d'affamato. Però, dopo la minestra, disse:
      «'Signor curato del buon Dio, questa roba è ancor troppo buona per me; ma debbo dire che i carrettieri che non han voluto lasciarmi mangiare con loro si trattano meglio di voi.'
      «Sia detto fra noi, l'osservazione mi urtò un pochino. Mio fratello rispose: 'Essi faticano più di me.'
      «'No,' ribatté quell'uomo 'hanno più denaro. Vedo bene che siete neppure curato. Lo siete, almeno? Oh! In verità, se il buon Dio fosse giusto, dovreste bene essere curato.'
      «'Il buon Dio è più che giusto,' disse mio fratello. E un momento dopo soggiunse:
      «'Andate a Pontarlier, signor Jean Valjean?
      «'Con itinerario obbligato.'
      «Credo proprio che quell'uomo abbia detto così; poi continuò:
      «'Bisogna che sia in cammino domani all'alba. Il viaggio è faticoso; se le notti sono fredde, le giornate sono calde.'
      «'Voi state andando' riprese mio fratello 'in un buon paese. Quando, alla rivoluzione, la mia famiglia è stata rovinata, mi sono rifugiato dapprima nella Franca Contea e ci ho vissuto per qualche tempo col lavoro delle mie braccia; avevo buona volontà ed ho trovato da occuparmi. C'è solo da scegliere. Ci sono cartiere, concerie, distillerie, frantoi, grandi fabbriche d'orologeria, d'acciaio e di rame e almeno una ventina di ferriere, quattro delle quali a Lods, a Châtillon, ad Audincourt e a Beure, importantissime.'
      «Credo di non ingannarmi, asserendo che questi sono i nomi fatti da mio fratello.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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