Morte all'istante in cui la società s'allontana e consuma l'irreparabile abbandono d'un essere pensante! E Valjean fu condannato a cinque anni di galera.
Il 22 aprile 1796 venne divulgata in Parigi la nuova della vittoria di Montenotte, riportata dal generale in capo dell'esercito d'Italia, che il messaggio del Direttorio ai Cinquecento, il 2 floreale dell'anno IV, chiama Buona-Parte. In quello stesso giorno una grande catena venne ferrata a Bicêtre e Jean Valjean ne fece parte; un vecchio carceriere della prigione, che oggi ha ottant'anni, si ricorda ancora perfettamente di quel disgraziato, che fu incatenato all'estremità della quarta fila, nell'angolo nord del cortile. Era seduto in terra come gli altri e pareva non comprendesse nulla della sua condizione, se non ch'era orribile; ed è pure probabile che, attraverso alle idee vaghe d'un pover'uomo affatto ignorante, egli vi scorgesse qualcosa d'eccessivo. Mentre ribadivano a forti colpi di mazza il chiodo del suo collare dietro la testa, egli piangeva, le lagrime lo soffocavano e gl'impedivano di parlare; riusciva soltanto a dire, di tanto in tanto: Ero potatore a Faverolles. Poi, sempre singhiozzando, alzava ed abbassava gradatamente la mano destra sette volte, come se toccasse di seguito sette diverse teste; e da quel gesto s'indovinava che ciò che aveva fatto, era per dar da mangiare e da vestire a sette bambini.
Partì per Tolone, dove arrivò dopo un viaggio di ventisette giorni, su una carretta, colla catena al collo; laggiù, gli fu fatto indossare il camiciotto rosso.
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