Anche se il ragionamento gli avesse detto: Resta! Ma, davanti ad una tentazione così violenta, il ragionamento scompariva e restava solo l'istinto: solo la bestia agiva. Quando era ripreso, le nuove severità che gli venivano inflitte servivan solo a sgomentarlo di più.
Non dobbiamo omettere un particolare, quello della sua forza fisica, quale nessuno degli abitanti del carcere poteva lontanamente vantare; alla fatica, per sollevare una gomena, per virare un argano, Jean Valjean valeva quattro uomini. Sollevava e reggeva talvolta sulla schiena pesi enormi ed all'occorrenza sostituiva quello strumento detto martinello e che una volta si chiamava, in francese, orgueuil, dalla quale denominazione (sia detto alla sfuggita) ha preso nome la via Montorgueuil, vicino al mercato di Parigi. I compagni l'avevano perciò soprannominato Jean Cric. Una volta, mentre si stava riparando il balcone del municipio di Tolone, una delle mirabili cariatidi del Puget che lo sostengono si smosse e rischiò di cadere; Jean Valjean, ch'era presente, sostenne colle spalle la cariatide e diede tempo agli operai di giungere.
La sua agilità superava ancora il suo vigore. Certi forzati, eterni sognatori d'evasioni, finiscono per fare della forza e della sveltezza accoppiate una vera scienza, la scienza dei muscoli; tutta una statica misteriosa è quotidianamente praticata dai prigionieri, eterni invidiosi delle mosche e degli uccelli. Arrampicarsi lungo una verticale e trovar punti di appoggio dove si scorge a stento una sporgenza era un gioco per Jean; lungo l'angolo d'un muro, colla tensione della schiena e dei garretti, coi gomiti e coi talloni incastrati nelle sporgenze delle pietre, si sollevava come per magia fino ad un terzo piano.
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