Oceano in cui cade tutto ciò che la legge lascia cadere! Sinistra scomparsa del soccorso, morte morale!
Il mare è l'inesorabile tenebra sociale in cui la penalità getta i suoi dannati; il mare è l'immensa miseria. L'anima, in balìa di quel baratro, può diventare un cadavere; chi la risusciterà?
IX • NUOVI SOPRUSIQuando giunse l'ora d'uscire dalla prigione, quando Jean Valjean sentì all'orecchio quelle strane parole: Sei libero! fu un attimo inverosimile e inaudito; un raggio di luce vivida, della vera luce dei vivi penetrò d'un subito in lui. Ma quel raggio non tardò ad impallidire. Valjean era stato abbagliato dall'idea della libertà e aveva creduto in una vita nuova; ma vide ben presto che cosa fosse una libertà alla quale si dà il passaporto giallo.
Ed insieme a ciò, tante altre amarezze. Aveva calcolato che il suo peculio, durante il carcere, avrebbe dovuto ammontare a centosettantun franchi; bisogna però dire, per la giustizia, che s'era dimenticato di tener conto del riposo forzato delle domeniche e delle altre feste, la qual cosa, dopo diciannove anni, portava circa ventiquattro franchi meno. Come che fosse, quella somma era stata ridotta, in seguito a diverse trattenute locali, a centonove franchi e quindici soldi pagatigli all'uscita dal carcere. Non ci aveva capito nulla e si riteneva leso nel suo interesse: diciamo pure la parola, si riteneva derubato.
L'indomani della sua liberazione, a Grasse, vide davanti alla porta di una distilleria di fiori d'arancio alcuni uomini che scaricavano delle balle.
| |
Jean Valjean Sei Grasse
|