«Sono lieto di vedervi. Ma come? V'avevo regalato anche i candelieri che sono d'argento come il resto e dai quali potrete ben ricavare duecento franchi; perché non li avete portati con voi, insieme alle vostre posate?»
Jean Valjean alzò gli occhi e fissò il venerabile vescovo con un'espressione che nessuna lingua umana potrebbe esprimere.
«Allora, monsignore,» disse il brigadiere «sarebbe vero quello che ci ha detto quest'uomo? L'abbiamo incontrato mentre se ne andava come uno che ha molta fretta e l'abbiamo fermato per vedere. Aveva questa argenteria...»
«E v'avrà detto,» interruppe il vescovo sorridendo «che gliel'aveva regalata un vecchio prete dabbene presso il quale aveva passato la notte. Vedo come stanno le cose. E voi l'avete ricondotto qui? È un equivoco.»
«Se la cosa sta così,» riprese il brigadiere «possiamo lasciarlo andare?»
«Ma certo,» rispose il vescovo.
I gendarmi lasciarono libero Valjean, che indietreggiò.
«È proprio vero che mi lasciano andare?» disse con voce quasi inarticolata, come se parlasse nel sonno.
«Sì, ti lasciamo in libertà: non hai sentito?» disse un gendarme.
«Amico mio,» rispose il vescovo «prima d'andarvene, ecco i vostri candelieri: prendeteli.»
Andò verso il camino, prese i due candelieri d'argento e li portò a Valjean. Le due donne lo guardavano fare senza una parola, un gesto, uno sguardo che potesse disturbare il vescovo. Jean Valjean tremava tutto; prese macchinalmente i due candelieri, con aria smarrita.
«Ed ora,» disse il vescovo «andatevene in pace.
| |
Valjean Valjean Valjean Valjean
|