Nel 1817, si scorgevano, nei viali secondari di quel Campo di Marte, grossi calibri di legno esposti alla pioggia, che imputridivano nell'erba dipinti in azzurro, con qualche traccia d'aquile e di api che avevan perduto la doratura; erano le colonne che, due anni prima, avevano sostenuto il palco dell'Imperatore al Campo di Maggio. Annerite qua e là dal fuoco dei bivacchi degli austriaci, accantonati nelle vicinanze del Gros Caillou, due o tre sparite nei fuochi di quei bivacchi avevano scaldato le manacce dei kaiserlicks. Il Campo di Maggio si era eccezionalmente tenuto in giugno, al Campo di Marte. In quell'anno 1817, due cose erano popolari: il Voltaire-Touquet e la tabacchiera «alla Carta». Il più recente avvenimento parigino era il delitto di Dautun che aveva gettato la testa del fratello nella vasca del Mercato dei Fiori. Al ministero della marina s'incominciava a fare una inchiesta su quella fatale fregata, la Medusa, che doveva coprire d'onta Chaumareyx e di gloria Géricault. Il colonnello Selves si recava in Egitto, dove doveva divenire il pascià Solimano. Il palazzo delle Terme, in via delle Harpe, serviva di bottega ad un bottaio. Si scorgeva ancora, sulla piattaforma della torre ottagona del palazzo di Cluny, il palchetto di tavole servito d'osservatorio a Messier, astronomo della marina sotto Luigi XVI. La duchessa di Duras leggeva a tre o quattro amici, nel suo salottino tappezzato di X di raso azzurro cielo, il manoscritto inedito d'Ourika. Intanto al Louvre si raschiavano gli N; e il ponte d'Austerlitz abdicava e s'intitolava il ponte del Giardino del Re, duplice enigma che falsava ad un tempo il ponte di Austerlitz e il Giardino Zoologico.
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