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«Preferisco una donna,» disse Listolier.
«La donna?» riprese Tholomyès. «Guardatevene bene! Infelice colui che s'affida al cuore mutevole delle donne! La donna è perfida e tortuosa; se detesta il serpente, lo fa per gelosia di mestiere. Il serpente, è una bottega dirimpetto alla sua.»
«Tholomyès,» gridò Blanchevelle «tu sei ubriaco!»
«Perdiana!» disse Tholomyès.
«E allora sii allegro,» ribatté Blanchevelle.
«Ci sto,» rispose Tholomyès.
E, riempito il bicchiere, s'alzò.
«Gloria al vino! Nunc te, Bacche, canam! Perdono, signorine, è spagnuolo... E la prova, señora, eccola: tale è il popolo, tale è la botte. L'arroba di Castiglia contiene sedici litri, il cantaro d'Alicante dodici, l'almuda delle Canarie venticinque, il cuartin delle Baleari ventisei e lo stivale dello zar Pietro trenta. Viva quel grande zar e viva il suo stivale, ch'era ancora più grande! Un consiglio da amico, signore: sbagliatevi di vicino, se vi piace, poiché il bello dell'amore sta nello sbagliare. La passione non è fatta per piegare la schiena ad abbrutirsi come una serva inglese che abbia sulle ginocchia il callo dello scrobage; non è fatta per questo, la dolce passione, ma per errare giocondamente. Si dice che l'errore è umano, ed io dico che l'errore è amoroso. Io vi adoro tutte, signorine! O Zéphine, o Giuseppina, dal visino storto, quanto sareste incantevole, se non foste di sbieco! Avete l'aspetto d'un bel viso sul quale ci si sia seduti per sbaglio. Quanto a Favourite, o ninfe, o muse! Un giorno che Blanchevelle scavalcava il fossatello di via Guerin Boisseau, vide una bella ragazza dalle calze bianche e aderenti, che mostrava le gambe, gli piacque quel prologo e Blanchevelle amò Favourite.
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