Quell'incidente aveva radunato folla; il carrettiere, che bestemmiava indignato, aveva appena avuto il tempo di pronunciare colla conveniente energia la sacramentale parola: can d'una bestia! sottolineata da una spietatissima frustata, che la rozza era caduta per non rialzarsi più. A quel tafferuglio gli allegri ascoltatori di Tholomyès voltaron la testa e Tholomyès ne approfittò per chiudere la sua allocuzione con questa strofa malinconica:
Era di questo mondo, dove carri e carrozzeHan lo stesso destino;
E, rozza, essa ha vissuto quel che vivon le rozze,
Il tempo d'un «mastino»!
«Povero cavallo!» sospirò Fantine.
E Dahlia esclamò: «Ecco, Fantine si mette a compiangere i cavalli! Si può essere più stupide bestie di così?»
In quel momento Favourite, incrociando le braccia e rovesciando il capo all'indietro, guardò risolutamente Tholomyès e disse:
«E la sorpresa, dunque?»
«Giusto; l'ora è giunta,» rispose Tholomyès. «Signori, l'ora di sorprendere queste signore è scoccata; voi, signore, aspettateci un momento.»
«La faccenda incomincia con un bacio,» disse Blanchevelle.
«Sulla fronte,» soggiunse Tholomyès.
Ognuno depose gravemente un bacio sulla fronte della sua amante; poi si diressero verso la porta, tutt'e quattro in fila con un dito sulle labbra.
Favourite, quando uscirono, batté le mani.
«Non state via troppo a lungo,» mormorò Fantine. «Vi aspettiamo.»
IX • ALLEGRA FINE DELL'ALLEGRIALe fanciulle, rimaste sole, s'appoggiarono coi gomiti a due a due sul davanzale delle finestre, chiacchierando, sporgendo il capo e parlandosi da una finestra all'altra.
| |
Tholomyès Tholomyès Fantine Dahlia Fantine Favourite Tholomyès Tholomyès Blanchevelle Tholomyès Fantine
|