Cosette non faceva un movimento senza far piovere sul suo capo una gragnuola di castighi violenti ed immeritati. Oh, dolce essere debole, che non doveva nulla comprendere del mondo e di Dio, punita continuamente, sgridata, strapazzata e battuta, mentre vedeva al suo fianco due creaturine come lei, vivere in un raggio d'aurora!
Come la Thénardier era cattiva con Cosette anche Eponina ed Azelma lo furono. I fanciulli a quell'età sono soltanto copie della madre; solo, il formato è più piccolo.
Trascorse un anno, un altro. Nel villaggio si diceva:
«Che brava gente, quei Thénardier! Non sono ricchi, eppure allevano una povera bambina che è stata abbandonata in casa loro.»
Infatti, si credeva che Cosette fosse stata dimenticata dalla madre.
Intanto la Thénardier, saputo per non so quali vie oscure che la figlia era probabilmente una bastarda e che la madre non poteva confessarlo, pretese quindici franchi al mese, dicendo che la «creatura» cresceva e «mangiava», e minacciando di rimandarla alla madre. «Non mi faccia andare in bestia,» diceva «o io le scaravento la sua marmocchia nel bel mezzo dei suoi segreti. Mi occorre un aumento.» E la madre pagò i quindici franchi.
D'anno in anno, la bimba cresceva e la miseria pureFinché Cosette fu piccola, fu lo zimbello delle altre due bimbe; ma quando incominciò a svilupparsi un poco, cioè ancor prima che compiesse il quinto anno, diventò la serva di casa.
È inverosimile, si dirà. A cinque anni! Ahimè! È vero. La sofferenza sociale incomincia a qualunque età; non abbiam forse visto, recentemente, il processo d'un certo Dumolard, orfano diventato bandito, che fin dall'età di cinque anni, come dicono i documenti ufficiali, essendo solo al mondo, «lavorava per vivere, e rubava»?
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