Non poteva andarsene dal paese, perché in debito del fitto e del mobilio ed i cinquanta franchi non bastavano a soddisfare quel debito. Balbettò alcune frasi supplichevoli, ma la sorvegliante le impose d'uscire immediatamente dal laboratorio; del resto, Fantine era una mediocre operaia. Accasciata dalla vergogna, ancor più che dalla disperazione, abbandonò il laboratorio e si ritirò nella sua stanza. La sua colpa, dunque, era ormai nota a tutti...
Non ebbe la forza di dire una parola. La consigliarono di cercar di vedere il sindaco; ma ella non osò. Le aveva regalato cinquanta franchi perché era buono, l'aveva scacciata, perché era giusto: ella si curvò sotto quella sentenza.
IX • SUCCESSO DELLA SIGNORA VICTURNIENLa vedova del frate, dunque aveva servito a qualcosa.
D'altra parte, Madeleine non sapeva nulla di tutto ciò. Era una di quelle combinazioni di cui la vita è piena. Madeleine entrava quasi mai nel laboratorio femminile; aveva messo alla testa di esso una vecchia zitella, indicatagli dal curato ed aveva piena fiducia in quella sorvegliante, rispettabile, ferma, equa e integra, piena di quella carità che consiste nel dare, ma che non possedeva nella stessa misura la carità di capire e perdonare. Madeleine si rimetteva a lei per tutto; anche i migliori uomini sono spesso costretti a delegare la loro autorità. E per l'appunto in questa onnipotenza e nella convinzione di far bene, la sorvegliante aveva istruito il processo, giudicata, condannata e giustiziata Fantine.
Quanto ai cinquanta franchi, ella li aveva prelevati da una somma che Madeleine le affidava per elemosine e soccorsi alle operaie e della quale non doveva render conto.
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Fantine Madeleine Fantine Madeleine
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