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      Si trascinò sul pavimento di pietra, bagnato dagli stivali fangosi di tutti quegli uomini, senza alzarsi, giungendo le mani e facendo grandi passi sulle ginocchia.
      «Signor Javert,» disse «vi domando grazia. Vi assicuro che non ho avuto torto: se aveste visto il principio, lo sapreste! Vi giuro sul buon Dio che non ho avuto torto. È stato quel borghese che non conosco a mettermi la neve nella schiena; si ha forse il diritto di metterci la neve nella schiena quando passiamo tranquillamente, senza far male a nessuno? Questa cosa m'ha fatto andar in bestia: sono un po' malata sapete? E poi, era già un bel po' che mi diceva delle storie: sei brutta, non hai denti! Lo so bene che non ho più denti. Ma io non facevo nulla; dicevo: 'È un signore che si vuol divertire.' Con lui agivo onestamente e non gli parlavo: e proprio in quel momento m'ha messo la neve. Signor Javert, mio buon signor ispettore! Non c'è dunque nessuno che abbia veduto com'è andata la cosa, per dire che è proprio vero? Forse, ho avuto torto d'andare in collera; ma sapete bene che sulle prime non si è padroni di se stessi: tutti hanno qualche scatto. E poi, a sentire una cosa tanto fredda, che vi mettono nella schiena nel momento che voi non ve l'aspettate! Ho avuto torto di rovinare il cappello di quel signore. Perché se n'è andato? Gli chiederei perdono. Oh, mio Dio! a me non importerebbe nulla di chiedergli perdono. Fatemi grazia per oggi, per questa volta, signor Javert! Vedete? Voi non sapete queste cose: in prigione si guadagnano solo sette soldi.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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