Pagina (268/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ora voi capite bene, certo, che è stato questo pitocco d'un sindaco a fare tutto il male. A parte questo, è vero, ho calpestato il cappello di quel signore, davanti al caffè degli ufficiali; ma egli m'aveva rovinato tutto il vestito, colla sua neve. Noialtre abbiamo un solo vestito di seta, per la sera. Vedete? Io non ho mai fatto il male apposta, in verità signor Javert; e vedevo dappertutto donne ben più cattive di me, molto più fortunate. Oh, signor Javert, siete stato voi a dire che mi lascino andare, nevvero? Prendete informazioni, parlate al mio padron di casa: ora che pago il fitto, vi dirà bene che sono onesta. O mio Dio, scusatemi! Senza pensarci, ho toccato la chiave della stufa e fa fumo.»
      Madeleine ascoltava con profonda attenzione. Mentr'ella stava parlando, aveva frugato nel panciotto, ne aveva levata la borsa e l'aveva aperta: era vuota. Allora se l'era rimessa in tasca, dicendo poi a Fantine:
      «A quanto avete detto che ammonta il vostro debito?»
      Fantine, che guardava soltanto Javert, si volse dalla sua parte:
      «Parlo con te forse?»
      Poi, volgendosi ai soldati, continuò:
      «Dite, voialtri: avete visto che io gli ho sputato in faccia? Ah vecchio scellerato d'un sindaco, tu vieni qui per farmi paura! Ma io non ho paura di te: ho paura del signor Javert, ho paura del mio buon signor Javert
      Così dicendo, si volse verso l'ispettore.
      «Malgrado tutto, vedete, signor ispettore? bisogna esser giusti. Io capisco che voi siete giusto, signor ispettore: alla fine, un uomo che si diverte a mettere un po' di neve nella schiena d'una donna fa ridere gli ufficiali.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Javert Javert Dio Fantine Javert Javert Javert