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      La cosa fece restar di stucco Thénardier: «Diavolo!» disse alla moglie. «Non lasciamo partire la bambina; quell'aringa sta per diventare una vacca da latte. Indovino: qualche merlotto si sarà innamorato della madre.»
      E rispose con un conto di cinquecento franchi e rotti, molto ben congegnato, in cui figuravano per oltre trecento franchi due incontestabili parcelle, una d'un medico, l'altra d'un farmacista, i quali avevano curato e fornite di medicine Eponina ed Azelma, in due loro lunghe malattie. Cosette, come abbiam già detto, non era stata ammalata e si trattò soltanto d'una piccolissima sostituzione di nomi. In calce al conto, Thénardier scrisse: Ricevuto in acconto trecento franchi.
      Madeleine mandò subito altri trecento franchi e scrisse: «Fate presto a condurre qui Cosette
      «Per Cristo!» disse Thénardier. «Non lasciamoci scappare la bambina.»
      Intanto Fantine non si ristabiliva ed era sempre all'infermeria. In principio, le suore avevan ricevuto e curato «quella creatura» con evidente ripugnanza; chi ha veduto i bassorilievi di Reims ricorderà come siano enfiate le labbra inferiori delle vergini sagge, che guardano le vergini folli. Codesto antico disprezzo delle vestali per le ambubaie è uno dei più profondi istinti della dignità femminile: e le suore l'avevan provato, coll'accrescimento della religione. Ma, in pochi giorni, Fantine le aveva disarmate, con ogni sorta di parole umili e dolci e la madre ch'era in lei inteneriva. Un giorno le suore la sentirono dire, nella febbre: «Sono stata una peccatrice, ma quando avrò vicino a me la mia bimba vorrà dire che Dio m'ha perdonata.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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