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Madeleine s'era rimesso allo scrittoio, aveva ripreso il suo incartamento e lo andava sfogliando tranquillamente, ora leggendo ed ora scrivendo, come un uomo assai occupato. Si voltò verso Javert.
«Basta, Javert. In fondo, questi particolari m'interessano pochissimo; stiamo perdendo il tempo, mentre abbiamo delle faccende urgenti. Voi, vi recherete subito da quella buona donna di Buseaupied, che vende erbe laggiù, all'angolo di via Saint-Saulve: le direte di sporger subito querela contro il carrettiere Pierre Chesnelong. È un brutale che per poco non ha schiacciato quella donna e suo figlio: bisogna che sia punito. Andrete poi da Charcellay, in via Monte-de-Champigny, il quale si lagna che una grondaia della casa vicina versi l'acqua piovana sul suo e scalzi le fondamenta della sua casa; poi constaterete alcune contravvenzioni alla polizia, che mi vengono segnalate in via Guibourg, presso la vedova Doris e in via Garraud-Blanc, in casa della signora Renée Le Bossé e redigerete i relativi verbali. Ma io vi do molto lavoro: non dovete dunque assentarvi? Non m'avete detto che andavate ad Arras per quel processo, fra otto o dieci giorni?»
«Molto prima, signor sindaco.»
«In che giorno, allora?»
«Ma io credevo d'aver detto al signor sindaco che la faccenda si giudicava domani e che io partivo stanotte, colla diligenza.»
Madeleine fece un movimento impercettibile.
«E quanto tempo durerà il processo?»
«Un giorno al massimo. La sentenza sarà pronunciata, al più tardi, domani notte; ma io non aspetterò la sentenza, che non può far a meno d'essere di condanna.
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