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      Tennero consiglio: «Va a Parigi,» disse la moglie. «Non credo,» disse il marito. Madeleine aveva dimenticato sul cammino il pezzo di carta sul quale aveva scritto le cifre; il fiammingo lo prese e lo studiò. «Cinque, sei, otto e mezzo? Debbono indicare le località di cambio della posta.» E si volse verso la moglie: «Ho trovato.» «Cosa?» «Ci sono cinque leghe da qui a Hesdin, sei da Hesdin a Saint-Pol, otto e mezzo da Saint-Pol ad Arras. Va ad Arras
      Intanto Madeleine era rincasato. Nel ritorno dalla casa di mastro Schaufflaire, aveva preso la via più lunga, come se la porta della casa parrocchiale fosse stata per lui una tentazione ch'egli voleva evitare. Salito nella sua camera vi si era rinchiuso, cosa più che semplice, poiché si coricava volentieri di buon'ora. Pure, la portinaia della fabbrica, che era nello stesso tempo la sola donna di servizio di Madeleine, osservò che il suo lume s'era spento alle otto e mezzo e lo disse al cassiere che rincasava, aggiungendo:
      «È forse malato, il sindaco? Mi è sembrato avesse un'aria strana»
      Il cassiere abitava una camera, posta per l'appunto sotto la camera di Madeleine; non badò alle parole della portinaia, andò a letto e s'addormentò. Verso mezzanotte, si svegliò di soprassalto: aveva inteso attraverso il sonno un rumore sopra il suo capo. Stette in ascolto. Un passo andava e veniva, come se qualcuno camminasse nella camera superiore; ascoltò più attentamente e riconobbe il passo di Madeleine. Gli parve strano, poiché di solito nessun rumore usciva dalla camera di Madeleine, prima dell'ora in cui egli s'alzava.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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