Non avrebbe più sentito la dolcezza degli sguardi di riconoscenza e d'amore, fissi sopra di lui! Avrebbe lasciato quella casa da lui costruita, quella stanza, sì, quella stanzetta! Tutto, in quel momento, gli appariva incantevole. Non avrebbe più letto nei suoi libri, non più scritto su quel tavolino di legno bianco! La vecchia portinaia, sola sua serva, non gli avrebbe più portato il caffè al mattino. Dio buono! E invece di tutto ciò gli aguzzini, il collare, la veste rossa, la catena al piede, la fatica, la cella, la branda, tutti quegli orrori già noti! Alla sua età e dopo esser stato quello ch'era stato! Pazienza, se fosse stato giovane! Ma, vecchio, sentirsi dar del tu dal primo venuto, esser frugato dal guardiano, ricever le bastonate dall'aguzzino! Aver i piedi nudi nelle scarpe ferrate! Stender mattina e sera la gamba al martello dell'uomo di ronda che visita la maniglia della catena! Subire la curiosità degli estranei, ai quali si sarebbe detto: Quello è il famoso Jean Valjean, che è stato sindaco di Montreuil a mare! E, giunta la sera, gocciolante di sudore e accasciato dalla stanchezza col berretto verde sugli occhi, risalire a due a due, sotto la frusta del sergente, la scala di fuori banda della galera natante! Oh, santa miseria! Dunque il destino può essere malvagio come un essere intelligente, può divenire mostruoso come il cuore umano!
E, qualunque cosa facesse, ricadeva sempre in quello straziante dilemma che stava in fondo alla sua fantasticheria: restare nel paradiso, diventando demonio o rientrare nell'inferno, per divenirvi angelo!
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Jean Valjean Montreuil
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