Si vedeva ben chiaro il suo pensiero, ma ella non pronunciava alcun nome, non si lamentava, non accusava; tossiva soltanto, in modo penoso. Si sarebbe detto che qualcosa d'oscuro s'abbassasse su lei: livida, aveva le labbra cianotiche. Di tanto in tanto, sorrideva.
Suonarono le cinque; ed allora la suora la sentì dire, a voce bassissima e dolcemente: «Ma dal momento ch'io me ne andrò domani, fa male a non venire oggi!»
Anche suor Simplicia era sorpresa del ritardo del signor Madeleine.
Intanto Fantine guardava il cielo dal letto; aveva l'aria di cercare di ricordarsi qualcosa. Ad un tratto si mise a cantare, con una voce debole come un soffio... La suora stette in ascolto; ecco che cosa cantava Fantine:
Noi compreremo tante belle cose,
Mentre passeggerem lungo i sobborghi;
Azzurro è 'l fiordaliso e son le rose
Color di rosa: quanto t'amo, amore!
La vergine Maria presso al mio lettoHo visto ieri, in manto ricamato
E m'ha detto: «Costà, sotto il mio veloHo il bimbo che m'hai chiesto nel passato».
Correte alla città, tela comprate
E comperate il filo ed un ditale.
Noi compreremo tante belle cose,
Mentre passeggerem lungo i sobborghi.
Posta ho una culla, Vergin santa e buona,
Di nastri adorna al mio lettuccio allato.
Se Dio m'offrisse la più bella stella,
Preferirei quel bimbo che m'hai dato.
«Che far, signora, di codesta tela?»
«Fate un corredo per la mia creatura.»
Azzurro è 'l fiordaliso e son le rose
Color di rosa: quanto t'amo, amore!
«Lavatela, la tela.» «Dove?» «Al fiume.»
E una bella sottana e un giubbettino
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Simplicia Madeleine Fantine Fantine Maria Vergin Dio
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