Le sfolgoravan gli occhi e una gioia inaudita raggiava su quella fisionomia pietosa.
«Partito!» esclamò. «È andato a prender Cosette!» poi protese le mani verso il cielo e tutto il suo volto divenne ineffabile. Le sue labbra si muovevano: pregava a bassa voce.
Quando la preghiera fu finita: «Sorella mia,» disse «desidero anch'io tornare a coricarmi e farò quello che vorranno da me. Or ora, sono stata cattiva; vi chiedo scusa d'aver parlato ad alta voce. Sta male parlare ad alta voce, lo so bene, sorella buona; ma che volete? sono tanto contenta! Il buon Dio è buono e il signor Madeleine anche; figuratevi che è andato a prendere la mia piccola Cosette a Montfermeil.»
Tornò a coricarsi, aiutò la suora a mettere a posto il guanciale e baciò la crocetta d'argento che teneva al collo regalatale da suor Simplicia.
«Mia cara,» disse la suora «cercate di riposare, ora, e non parlate più.»
Fantine prese nelle sue mani madide quella della suora, che soffriva nel sentire quel sudore.
«È partito stamattina per andare a Parigi. In realtà, non v'è nemmeno bisogno di passare da Parigi per andare a Montfermeil: è un po' a sinistra, venendo. Vi ricordate che cosa mi diceva ieri quando gli parlavo di Cosette? Fra poco, fra poco! Vuol farmi una sorpresa. Sapete? M'aveva fatto firmare una lettera, per levarla ai Thénardier; non avranno niente da dire, nevvero? Restituiranno Cosette: dal momento che son pagati... Le autorità non tollererebbero che si tenesse una bambina, quando si è stati pagati. Non mi fate segno, sorella, che non bisogna che parli: sono tutta felice; sto benissimo, non ho più male e sto per rivedere Cosette.
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