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«Datemi la mano,» disse il medico.
Ella stese il braccio ed esclamò, ridendo:
«To'! Difatti, è vero: voi non sapete! Io sono guarita: Cosette arriva domani.»
Il medico fu sorpreso. Stava meglio e l'oppressione era scemata, mentre il polso aveva ripreso forza; una specie di vita sopravvenuta all'improvviso rianimava quel povero corpo sfinito.
«Signor dottore,» riprese «ve l'ha detto la suora che il signor sindaco è andato a prendere la piccolina?»
Il medico raccomandò il silenzio e che si evitasse qualsiasi penosa emozione; prescrisse un infuso di china pura, e nel caso che la febbre avesse a riprender nella notte, una pozione calmante. Nell'andarsene, disse alla suora: «Va meglio. Se la fortuna volesse che il sindaco giungesse per davvero colla bambina, domani, chissà? Vi son crisi così sorprendenti, si sono viste le grandi gioie arrestar le malattie... So bene che è una malattia organica, avanzatissima, ma questo è un tal mistero! Forse la salveremo!»
VII • IL VIAGGIATORE ARRIVATOPRENDE LE SUE PRECAUZIONI PER RIPARTIRE
Eran quasi le otto di sera, quando la carrozzella che abbiamo lasciata per strada entrò sotto il portone dell'albergo della Posta, ad Arras. L'uomo che abbiamo seguito fino a questo punto ne discese, rispose con aria distratta alle premure del personale dell'albergo, rimandò il cavallo di rinforzo e condusse il cavallino bianco nella scuderia. Poi spinse la porta d'una sala di bigliardo al pianterreno, vi si sedette ed appoggiò i gomiti su un tavolo: aveva impiegato quattordici ore in quel percorso che contava di fare in sei.
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Cosette Posta Arras
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