La vedo e non la perdo più di vista da ieri sera. Sapete? Se me la portassero adesso, mi metterei a parlarle dolcemente: ecco quanto. Non è naturale che abbia voglia di veder la mia bambina, che sono andati apposta a prendere a Montfermeil? Non sono in collera. So che sto per essere felice: ho visto tutta la notte non so che cose bianche e persone che mi sorridevano. Quando il signor medico lo vorrà, mi porteranno Cosette. Non ho più febbre, dal momento che sono guarita, e lo so benissimo che non ho più nulla ma farò come se fossi ammalata e non mi muoverò, per far piacere a questi signori. Quando vedranno che sono tanto tranquilla, diranno: 'Bisogna darle sua figlia'.»
Madeleine s'era seduto su una seggiola a fianco del letto. Ella si volse verso di lui, con un visibile sforzo per sembrar calma e «molto savia», come andava dicendo in quello stato d'indebolimento della malattia che tanto rassomiglia all'infanzia, affinché, vedendola tanto tranquilla, non le facessero difficoltà per condurle Cosette. Tuttavia pur trattenendosi, non poteva far a meno di rivolgere mille domande a Madeleine.
«Avete fatto buon viaggio, signor Sindaco? Oh, come siete stato buono, ad andarmela a cercare! Ditemi solo come sta. Ha sopportato bene il viaggio? Ahimè, non mi riconoscerà! Dopo tanto tempo, mi avrà dimenticata, povera cara! Non hanno memoria, i piccoli; sono come gli uccelletti. Oggi vedono una cosa, domani un'altra, e non pensano a niente. Aveva almeno la biancheria pulita? La tenevano in ordine i Thénardier?
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