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      È un caso che spesso capita, fa parte forse del mistero che accompagna gli avvenimenti lugubri.
      Quella bambina, andava, veniva e correva per scaldarsi, ridendo e cantando ad alta voce. Ahimè! V'è forse qualcosa alla quale i giuochi dei bimbi non si frammischino? Era quella bambina che Fantine sentiva cantare.
      «Oh!» riprese. «È la mia Cosette; riconosco la sua voce!»
      La bimba s'allontanò, com'era venuta, e la voce si spense. Fantine stette per qualche tempo ancora in ascolto, poi il suo viso s'abbuiò e Madeleine sentì che diceva a bassa voce:
      «Com'è cattivo quel dottore, a non lasciarmi vedere mia figlia! Ha una brutta faccia, quell'uomo!»
      Pure, il fondo ridente delle sue idee ricomparve; ed ella continuò a parlare a se stessa, colla testa sul capezzale: «Come stiamo per esser felici! Prima di tutto, avremo un giardinetto; il signor Madeleine me l'ha promesso. E mia figlia giocherà nel giardino. Adesso deve conoscere l'alfabeto, la farò sillabare e correre nell'erba, dietro le farfalle, mentr'io la guarderò. E poi farà la prima comunione... To'! Quando farà la prima comunione?»
      E si mise a contare sulle dita.
      «Uno, due, tre, quattro... Ha sette anni; fra cinque anni. Avrà un velo bianco, le calze traforate e sembrerà una donnina. O mia buona sorella, se sapeste come sono sciocca! Eccomi a pensare alla prima comunione di mia figlia!»
      E si mise a ridere. Egli aveva abbandonato la mano di Fantine ed ascoltava quelle parole come si ascolta un vento che spira, collo sguardo fisso al suolo, la mente immersa in riflessioni profonde; all'improvviso, ella cessò di parlare, egli macchinalmente alzò il capo: Fantine era spaventosa.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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