Poi aggiunse: «Quello che vedete più in alto, lì nella porta, vicino a quel chiodo, è il foro d'una palla di mitraglia; la palla non ha traversato il legno.»
«Come si chiama questa località?» chiese il viandante.
«Hougomont,» disse la contadina.
Il viandante si rizzò, fece alcuni passi e guardò oltre le siepi; scorse così all'orizzonte, attraverso gli alberi, una specie di monticello e, sopra, qualcosa che, da lontano, somigliava ad un leone.
Era sul campo di battaglia di Waterloo.
II • HOUGOMONTHougomont! Fu un luogo di morte, il principio dell'ostacolo, la prima resistenza che incontrò a Waterloo quel grande spaccalegna dell'Europa che si chiamava Napoleone; fu il primo nodo sotto il colpo di scure. Era un castello, ora è solo una fattoria; Hougomont, per l'antiquario, è Hugomons, perché quel maniero fu costruito da Hugo, sire di Somerel, lo stesso che dotò la sesta cappellanìa dell'abbazìa di Villers.
Il viandante spinse la porta, passò rasente, sotto un portico, ad un vecchio calesse ed entrò nel cortile.
La prima cosa che lo colpì in quel cortile, fu una porta del sedicesimo secolo che simula un arco, essendo caduto tutto quello che le stava intorno: l'aspetto monumentale, talvolta, nasce dalla rovina. Vicino a quell'arcata s'apre nel muro un'altra porta, colle pietre all'arco di Enrico IV, dalla quale si scorgono gli alberi d'un frutteto; aggiungete a quella porta una pozza per il letame, qualche badile e vanga, poche carrette, un vecchio pozzo colla vera e la carrucola di ferro, un puledro che salta, un tacchino che fa la ruota, una cappella sormontata da un campaniletto, un pero in fiore coi rami addossati al muro della cappella, ed ecco quel cortile, la conquista del quale fu il sogno di Napoleone.
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