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Verso le quattro, la linea inglese indietreggiò. Ad un tratto non si vide più altro, sulla cresta della spianata, fuorché l'artiglieria ed i bersaglieri; il resto sparve. I reggimenti, scacciati dalle palle da cannone piene ed esplodenti dei francesi, ripiegarono in fondo, dove il terreno è ancor oggi tagliato dal sentiero privato della fattoria di Mont-Saint-Jean; con una retrocessione, la fronte di battaglia inglese scomparve, Wellington indietreggiò: «Principio di ritirata!» gridò Napoleone.
VII • NAPOLEONE DI BUON UMOREL'imperatore, sebbene ammalato e disturbato a cavallo da un dolore, non era mai stato tanto di buon umore come in quel giorno; fin dal mattino, la sua impenetrabilità sorrideva. Il 18 giugno 1815, quell'anima profonda, dalla maschera marmorea, splendeva in modo abbagliante: colui ch'era stato triste ad Austerlitz, fu allegro a Waterloo. I grandi predestinati hanno siffatti controsensi. Le nostre gioie sono ombra; il sorriso supremo è di Dio.
Ridet Caesar, Pompeius flebit, dicevano i legionari della legione Fulminatrice. Stavolta, Pompeo non doveva piangere; ma certo Cesare rideva.
Fin dalla vigilia, all'una di notte, mentre esplorava a cavallo, sotto l'uragano e la pioggia, in compagnia di Bertrand, le colline delle vicinanze di Rossomme, soddisfatto di vedere la lunga linea dei fuochi inglesi che illuminavan tutto l'orizzonte da Frischemont a Braine-l'Alleud, gli era sembrato che il destino, da lui citato a comparire a data fissa su quel campo di Waterloo, fosse esatto al convegno.
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