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I corazzieri annientarono sette quadrati su tredici, presero ed inchiodarono sessanta pezzi d'artiglieria e tolsero ai reggimenti inglesi sei bandiere, che tre corazzieri e tre cacciatori della guardia andarono a portare all'imperatore, davanti alla fattoria della Belle-Alliance.
La situazione di Wellington era peggiorata. Quella strana battaglia era come un duello fra due feriti accaniti che, pur combattendo e tenendosi sempre testa, vadano entrambi perdendo il sangue: quale dei due cadrà per il primo?
La lotta della spianata continuava. Fin dove giunsero i corazzieri? Nessuno saprebbe dirlo; ma è certo che, il giorno dopo la battaglia, un corazziere e il suo cavallo furono trovati morti nell'armatura della pesa pubblica di Mont-Saint-Jean, nel punto stesso in cui s'incontrano e si tagliano le quattro strade di Nivelles, di Genappe, di La Hulpe e di Bruxelles. Quel cavaliere aveva attraversato le linee inglesi. Uno degli uomini che tolsero di là quel cadavere vive ancora a Mont-Saint-Jean e si chiama Dehaze; aveva allora diciott'anni.
Wellington si sentiva in bilico: la crisi era vicina.
I corazzieri non erano riusciti nello scopo, nel senso che il centro non era stato sfondato; la spianata apparteneva a tutti e a nessuno, ma rimaneva in realtà, per la massima parte, agli inglesi. Wellington teneva il villaggio e la pianura dominante, Ney teneva soltanto la cresta e il pendìo; da ambo i lati i combattimenti sembravano radicati in quel suolo di morte. Ma l'indebolimento degli inglesi pareva irrimediabile e l'emorragia di quell'esercito era orribile.
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